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Allarme burnout: il 76% dei lavoratori italiani soffre di ansia e stress

Il fenomeno del burnout è strettamente legato a sintomi come stanchezza, ansia, stress e depressione. I lavoratori italiani che soffrono di questo problema sono in continuo aumento. Il burnout non ha a che fare solamente con i disturbi mentali, ma anche con quelli fisici, incidendo sulla produttività e sulle performances lavorative. Nonostante questo, le aziende che offrono supporto sono ancora troppo poche.

Burnout in crescita: +14% rispetto al 2022

L’azienda italiana specializzata in ricerche di mercato Bva Doxa ha condotto uno studio sul fenomeno del burnout, indagando sui bisogni e sullo stato di salute dei lavoratori italiani. Questa ricerca è stata presentata dalla società di consulenza psicologica Mindwork, in occasione della giornata mondiale dedicata alla salute mentale.

I risultati parlano chiaro: nel 2023 il 76% dei lavoratori italiani ha sperimentato almeno uno dei principali sintomi correlati al fenomeno del burnout, dato in crescita del 14% rispetto all’anno precedente.

I sintomi più diffusi sono stanchezza e sfinimento, calo della produttività e dell’efficienza lavorativa, aumento del distacco mentale rispetto al lavoro. Gli adulti soffrono principalmente di sfinimento, mentre i più giovani risentono del calo dell’efficienza lavorativa.

Una persona su due soffre di ansia e insonnia

Secondo l’indagine, solamente una persona su cinque ha ricevuto un’effettiva diagnosi di burnout. Tuttavia, coloro che decidono di assentarsi momentaneamente dal lavoro sono soltanto il 19%, i quali faticano però a staccare dalla routine e prendersi cura di sé.

Tra le attività consigliate in caso di burnout ci sono: prendersi una pausa dal lavoro; dormire di più e rilassarsi; fare esercizio fisico e avere una dieta equilibrata.

Il 58% delle persone ha dichiarato di aver sperimentato malessere psicologico sia nella vita professionale che privata. Una persona su due prova sensazioni di ansia e insonnia per motivi legati al lavoro. Almeno una persona su due soffre di forte stress, soprattutto coloro che occupano ruoli dirigenziali.

Le aziende non offrono adeguato supporto

Per quanto riguarda il supporto psicologico nelle aziende, i dati del 2023 si confermano in linea con quelli dell’anno precedente. L’ambiente di lavoro risulta essere il luogo meno adatto dove esprimere il proprio malessere, a differenza invece dell’ambito famigliare.

Il 54% delle persone intervistate ha affermato di essersi licenziato a causa del malessere emotivo risentito durante la propria carriera lavorativa. In particolare, questo aspetto risulta piuttosto evidente nella Generazione Z e nei Millenials, rispettivamente con il 66% e il 59%.

Sebbene il 96% dei lavoratori sostenga che la promozione del proprio benessere psicologico da parte dell’azienda sia fondamentale, nel 67% delle aziende italiane questo servizio non esiste. Il 59% degli intervistati ha dichiarato di avere la necessità di supporto aziendale per gestire al meglio il proprio ruolo, ma solo il 20% ha affermato di riceverlo.

“Le aziende hanno la grande opportunità e la responsabilità di fare scelte etiche e inclusive della sfera psicologica” ha commentato Mario Alessanda, fondatore e amministratore delegato di Mindwork. “Non solo perché è giusto farlo, ma perché solo così garantiranno la loro stessa sostenibilità, riuscendo ad attrarre e trattenere i migliori talenti”.

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