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Leadership tossiche, Ryne Sherman (Hogan Assessments): “Attenzione a cautela, immaginazione e audacia”

Le leadership tossiche sono più diffuse di quanto si possa pensare e i danni che possono fare ai team e alle aziende sono enormi. Per questo è bene riuscire a individuare subito le caratteristiche che potrebbero “intossicare” l’ambiente di lavoro.

Secondo un recente sondaggio di FlexJons, le leadership tossiche sono fin troppo comuni sul posto di lavoro. Ben l’87% dei professionisti ha affermato, infatti, di aver avuto un manager tossico e il 30% ha dichiarato di averni avuti più di uno.

I manager ritenuti tossici dai propri dipendenti hanno delle caratteristiche ben specifiche:

  • sono “poveri comunicatori” (per il 43% di chi ha partecipato all’indagine)
  • agiscono in modo “sprezzante” (per il 41%)
  • esercitano micro-management controllando ogni attività del proprio team (per il 40%)
  • hanno un comportamento passivo-aggressivo (per il 40%)
  • non riescono a promuovere la crescita (34%)
  • sono scortesi o offensivi e utilizzano sarcasmo e critiche (33%)
  • hanno aspettative irragionevoli (30%)

Non c’è da sorprendersi se lavorare con questo tipo di manager ha influito negativamente sui lavoratori. In particolare, dal sondaggio FlexJobs le persone con responsabili tossici hanno dichiarato di aver notato:

  • un aumento dell’ansia (51%)
  • stanchezza mentale (44%)
  • sintomi fisici (33%)
  • depressione (32%)
  • calo del coinvolgimento (30%)
  • messa in discussione delle competenze (30%)
  • calo della produttività e delle prestazioni (24%)
  • stress riversato poi su amici e familiari (21%)
  • sindrome dell’impostore (16%)

Come riconoscere una leadership tossica?

Riconoscere una leadership tossica è meno semplice di quanto si possa pensare. Secondo gli esperti di Hogan Assessments, realtà che si occupa dello studio della personalità mirato alla valutazione del potenziale di performance professionale, esistono tre caratteristiche “subdole” a cui prestare attenzione.

Subdole perché possono anche sembrare positive all’inizio e addirittura molto apprezzabili in un dipendente con limitate responsabilità, ma che alla lunga possono rivelarsi tossiche soprattutto quando quella stessa persona si trova a occupare una posizione di leadership. Vediamole insieme.

Caratteristica n. 1: cautela

La cautela può sembrare una buona caratteristica per un manager, perché si presume che un leader debba essere misurato e razionale. Non sempre è così, e la cautela può dimostrarsi più limitante che utile. I leader cauti possono essere tossici perché la loro paura di commettere errori può portare progetti e aziende a un punto di stallo. “Questo tipo di leader tende a pensare sempre allo scenario peggiore possibile e quindi a soffermarsi sul fatto che nulla è certo. I leader cauti sono quindi riluttanti a provare cose nuove e hanno difficoltà a prendere delle decisioni“, spiega Ryne Sherman, Chief Science Officer di Hogan Assessments. 

L’incapacità di prendere delle decisioni può bloccare i progetti e creare una totale mancanza di leadership o manager che lavorano senza obiettivi. Questa situazione influisce negativamente sui loro referenti diretti che, soffrendo per la mancanza di gestione, impareranno a trovare delle soluzioni alternative pur di portare a termine le mansioni quotidiane. Questa indecisione o mancanza di iniziativa può anche avere ricadute sul team e portare un intero reparto a sentirsi privo di direzione e incapace di raggiungere i propri obiettivi.

Caratteristica n. 2: immaginazione

“Le persone ricche di immaginazione sono creative e amano le attività di brainstorming. Per un dipendente con minori responsabilità questo può essere un aspetto positivo, perché significa che c’è sempre una piattaforma messa a disposizione dal manager dove esprimere le proprie idee e i propri sentimenti. Tuttavia, un leader con tale caratteristica può facilmente trovare noiosi i compiti e le attività giornaliere, cosa che può essere controproducente per il successo dell’azienda”, osserva Sherman.

I leader con immaginazione si lasciano distrarre dai loro pensieri e trascurano i loro compiti, hanno un approccio alla leadership più caotico e disorganizzato che può isolare o ostacolare i dipendenti che invece danno il meglio di sé con un approccio al lavoro più strutturato. 

Questo stile di leadership può potenzialmente diventare tossico perché tende a complicare eccessivamente i problemi, in quanto il leader preferisce affrontarli in modi nuovi o non convenzionali. Tuttavia, non tutti i problemi hanno bisogno di un leader che riscriva le procedure e quando un leader insiste su ingegno e creatività, i dipendenti possono ritenerlo poco focalizzato e poco pratico, cosa che può minarne l’autorità e rendere più caotico il loro stile di gestione.

Caratteristica n. 3: audacia 

I leader audaci possono essere stimolanti, coraggiosi e sicuri di sé. I dipendenti possono imparare molto da loro e dalla loro ascesa ai vertici aziendali, ma lavorare per queste persone può essere complicato. “I leader audaci non riconoscono i loro difetti ed errori, né si assumono la responsabilità dei fallimenti per timore di perdere la faccia. Si credono infallibili, o almeno fanno di tutto per apparire come tali, e spesso scaricano la colpa sui loro team. Questo può portare a mancanza di fiducia all’interno del team e risentimento tra i collaboratori che rivestono ruoli meno importanti, creando un ambiente di lavoro tossico”, commenta Sherman.

Se da un lato i leader audaci a volte non si assumono responsabilità, dall’altro possono cogliere ogni occasione per presentarsi al meglio, arrivando persino a prendersi il merito dei traguardi raggiunti dal team, anche quando il loro coinvolgimento è stato minimo. Questi tipi di leader spesso non sono bravi a riconoscere il duro lavoro dei loro dipendenti e scelgono piuttosto di sottolineare i propri risultati con i superiori. L’incapacità di fare squadra, così come l’assenza di incoraggiamento, possono demoralizzare un team, creare risentimento tra i colleghi e far perdere ai dipendenti la volontà o la motivazione. 

Come gestire una leadership tossica sul posto di lavoro?

Una volta riconosciuta una leadership tossica, come è possibile affrontare la situazione in azienda? Abbiamo posto una serie di domande a Ryne Sherman per capire come intervenire.

Da una recente indagine è emerso che 9 dipendenti su 10 dicono di aver avuto a che fare con leadership tossiche, ma quando possiamo dire che una leadership è tossica e quali sono i danni che può provocare?

Le persone restano fedeli a un’organizzazione solo se percepiscono che essa offre loro un accordo vantaggioso. L’abbandono dell’azienda da parte di molti individui, soprattutto quelli talentuosi, è un chiaro segnale che ciò non sta accadendo e indica una leadership tossica. I leader tossici causano danni significativi riducendo l’impegno dei dipendenti, incrementando il turnover e, alla fine, portano all’insuccesso dell’intera organizzazione.

Spesso non è facile riconoscere i segnali di una leadership tossica. Anzi, talvolta alcune caratteristiche che potrebbero sembrare positive si rivelano poi dannose. A cosa bisogna prestare attenzione? 

È vero, la maggior parte dei comportamenti porta con sé conseguenze sia positive che negative. Tuttavia, un indicatore fondamentale di comportamento tossico è il suo impatto sulla fiducia all’interno del team. Anche se un comportamento può risolvere un problema nel breve termine, se compromette la fiducia tra i membri e la leadership, è probabile che sia tossico.

Come è possibile intervenire quando ci si trova in una situazione di leadership tossica?

Purtroppo, per la maggior parte dei dipendenti, c’è poco margine di manovra quando si ha a che fare con leadership tossiche. Puoi chiedere un trasferimento o cercare di trovare soluzioni alternative per gestire la situazione. Ad esempio, se il tuo leader si appropria costantemente del merito delle tue idee, puoi semplicemente accettare questa dinamica e goderti il vantaggio di far apparire il tuo leader bene agli occhi del pubblico. Tuttavia, cercare di affrontare direttamente la tossicità del leader porta spesso a situazioni spiacevoli e comporta conseguenze negative per te.

Chi ha un “capo” tossico come dovrebbe comportarsi per evitare che le “colpe” dei boss compromettano il proprio equilibrio? 

Il miglior approccio è individuare una soluzione alternativa. Ad esempio, se il tuo manager è ossessivo nel controllo e perfezionista, puoi cercare di adottare il suo metodo per ridurre il tempo dedicato alla revisione del tuo lavoro. Inoltre, puoi assicurarti di completare i task con largo anticipo, sapendo che il capo dovrà revisionarli prima di procedere. Se il tuo manager esita a prendere decisioni e agire, puoi collaborare direttamente con altri leader che possano guidarlo nelle azioni da intraprendere.

E se mi rendo conto di essere un leader tossico come posso lavorare su me stesso? 

Il primo passo è prendere coscienza di come il nostro comportamento incida sulle performance, comprendendo che, quando il team non ottiene risultati soddisfacenti, ne risentiamo anche noi. Realizzare che saremo valutati in base al coinvolgimento e alla soddisfazione del nostro team è il modo più rapido per individuare quali aspetti della nostra personalità stanno influenzando negativamente il loro rendimento.

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