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Social e lavoro: circa la metà dei recruiter controlla i social dei candidati

Sempre più spesso, datori di lavoro e recruiter controllano i social dei candidati prima di decidere se assumerli o meno. Circa la metà dei recruiter ha ammesso di aver escluso un candidato a causa di contenuti inappropriati sui suoi profili social.

Un datore di lavoro su due fa controllare i profili social dei candidati

Prestare attenzione a ciò che si pubblica sui social è molto importante, non solo a livello personale e relazionale, ma anche lavorativo. Sempre più spesso, infatti, datori di lavoro e recruiter si affidano ai social per valutare i candidati. Secondo una ricerca, condotta da Adecco in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, circa la metà dei datori di lavoro (45,1%) fa controllare i profili social dei candidati prima di prendere una decisione.

In linea generale, le principali piattaforme esaminate a questo scopo sono LinkedIn, Facebook e Instagram. Nello specifico LinkedIn è il social maggiormente attenzionato, ma anche quello in cui è possibile ottenere meno informazione sullo stile di vita e sugli interessi del candidato. Tuttavia, questo trend riflette l’importanza crescente di queste piattaforme come strumento di valutazione del profilo professionale di un individuo.

Circa la metà dei recruiter ha bocciato un candidato per contenuti inappropriati

Secondo il sondaggio, il 44,1% dei recruiter ha ammesso di aver escluso almeno una volta nella vita un candidato a causa di contenuti considerati inappropriati presenti nei suoi profili social. Le ragioni di questa esclusione variano a seconda dei casi: il 63,2% degli intervistati ha dichiarato di aver scartato un candidato a causa di foto inappropriate, il 59,2% per particolari tratti della personalità del soggetto, mentre il 46,9% per informazioni incoerenti rispetto al curriculum vitae.

Nonostante l’importanza crescente dei social media nel contesto professionale, il “passaparola” rimane ancora lo strumento più utilizzato dai candidati nella ricerca di opportunità di lavoro. Il 57% dei candidati ha infatti dichiarato di fare affidamento su raccomandazioni personali e suggerimenti diretti per individuare nuove opportunità di lavoro.

Bilanciare la presenza online con la professionalità

L’uso dei social media nel processo di selezione del personale può avere diversi effetti: da un lato offre ai datori di lavoro uno sguardo più approfondito sulla personalità e il background dei candidati, ma dall’altro espone i candidati al rischio di essere giudicati per contenuti personali apparentemente innocui.

Per i candidati, è essenziale mantenere una presenza online professionale e coerente con il proprio profilo lavorativo, evitando contenuti controversi o inappropriati che potrebbero compromettere le opportunità di carriera. D’altra parte, i datori di lavoro devono esercitare discernimento nell’interpretare le informazioni sui social media e bilanciarle con altri fattori cruciali nella valutazione di un candidato, come competenze, esperienza e motivazione.

In un mondo sempre più interconnesso e digitalizzato, trovare l’equilibrio tra una presenza online autentica e professionale diventa fondamentale per il successo nel processo di assunzione e nel mantenimento di un ambiente lavorativo sano e produttivo.

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