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Giovani preoccupati dall’Intelligenza Artificiale, ma pochi imparano ad usarla

Una ricerca di Skuola.net ha svelato che un terzo dei giovani italiani temono che l’Intelligenza Artificiale possa precludergli delle opportunità lavorative in futuro. Nonostante questo, solo una minoranza si sta formando sull’AI, soprattutto maschi e provenienti da famiglie agiate.

Giovani e Intelligenza Artificiale: uno su tre teme l’AI nel lavoro

Non solo gli adulti, anche i giovani temono l’Intelligenza Artificiale nel lavoro. Secondo uno studio condotto da Skuola.net, in collaborazione con ELIS, circa un terzo degli studenti delle scuole superiori è preoccupato per l’impatto negativo che l’Intelligenza Artificiale potrebbe avere sulle future opportunità lavorative. Questa ricerca, intitolata “Dopo il diploma” e presentata durante l’ELIS Open Week, ha coinvolto 2.500 studenti, svelando una realtà per certi versi sorprendente.

Stando ai dati, il 27% degli studenti intervistati crede che l’AI potrebbe ostacolare in modo significativo il loro percorso verso la realizzazione personale, mentre l’8% considera questa sfida già persa in partenza, vedendo nei progressi tecnologici una barriera insormontabile alle proprie aspirazioni professionali. Solo il 19% degli studenti si dichiara ottimista riguardo alla propria “occupabilità” in un futuro dominato dall’Intelligenza Artificiale.

Ragazzi più preoccupati delle ragazze, ma in pochi si formano

Le preoccupazioni legate allo sviluppo dell’AI variano in base al genere. Oltre il 40% dei ragazzi, forse perché sono quelli più orientati verso i settori tecnici, esprime sfiducia, totale o parziale, rispetto alla media delle ragazze (33%).

Nonostante ciò, in pochi stanno realmente prendendo delle contromisure per prepararsi al futuro. Solo il 34% degli studenti intervistati utilizza frequentemente strumenti di Intelligenza Artificiale generativa come Chat GPT, mentre uno su quattro non li ha mai provati. La percentuale di coloro che si informano assiduamente sui progressi del machine learning è appena del 28%, con una maggiore propensione tra i ragazzi (37%) rispetto alle ragazze (22%).

Anche il contesto familiare gioca un ruolo cruciale: il 46% degli studenti provenienti da famiglie agiate si sta formando sulle nuove tecnologie, contro il 30% di quelli provenienti da contesti più umili.

Nessuna preoccupazione per la concorrenza straniera

In netto contrasto, solo una minoranza degli studenti teme la concorrenza straniera. Mentre tra gli adulti è diffusa la preoccupazione che l’immigrazione possa ridurre le opportunità lavorative, solo l’8% dei giovani condivide questa visione. Sette studenti su dieci vedono nell’immigrazione come un’opportunità di arricchimento economico e culturale, con un 16% che considera indispensabile il contributo dei lavoratori stranieri in settori meno ambiti dagli italiani.

Il quadro generale suggerisce che, per affrontare con successo le sfide future, è fondamentale che gli studenti sviluppino competenze adeguate già durante gli anni scolastici. Tuttavia, solo il 20% degli intervistati dichiara di avere le idee chiare su cosa fare dopo il diploma, evidenziando la necessità di programmi di orientamento più efficaci.

“Il timore davanti a una profonda trasformazione tecnologica come l’Intelligenza Artificiale è alimentato anche dalla mancanza di competenze” ha sottolineato Pietro Cum, Amministratore Delegato di ELIS “La formazione che ricevono i giovani riguarda spesso nozioni del passato e l’orientamento che dovrebbe spalancare le finestre sul futuro soffre di un sistema dell’istruzione che fa ancora fatica a dialogare con il mondo esterno e le sue rapide evoluzioni. Potenziare le attività di orientamento e la formazione sulle cosiddette materie STEM sono obiettivi fondamentali sui quali continuare a lavorare”.

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