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Effetto Larsen

L’effetto Larsen e l’importanza delle emozioni al lavoro

In ambito aziendale, l’effetto Larsen intreccia relazioni e lavoro. Per i dipendenti non è più importante il solo compenso economico, ma avere anche continui stimoli e provare emozioni.

L’effetto Larsen è il suono stridente emesso da un altoparlante che, captato da un microfono, viene rimandato alla cassa stessa in un circuito chiuso. Il principio di questo feedback audio, scoperto dallo scienziato danese Søren Absalon Larsen, può essere considerato simile a quello sperimentato nel mondo del lavoro attraverso le interazioni sociali.

Si tratta della capacità di trasmettere emozioni, senza trascurare l’aspetto emotivo e personale dei dipendenti, che non devono lavorare solo in favore della produttività.

Un aneddoto racconta di un inseviente che, a poche settimane dal lancio dell’Apollo 11, camminava per i corridoi della Nasa con una scopa in mano. Incrociato il Presidente John Fitzgerrald Kennedy, che in quei giorni si trovava nella struttura, gli spiegò il suo ruolo all’interno dell’azienda: gli disse che il suo contributo era quello di portare l’uomo sulla luna.

L’inserviente traeva gioia e stimolo dalle sue giornate perché aveva chiaro il suo obiettivo. Questa stessa consapevolezza, oggi, non coinvolge nello stesso modo tutti i lavoratori, nemmeno chi ha un ruolo apicale all’interno dell’azienda.

Le emozioni al lavoro sono importanti

Dopo la pandemia, le persone si sono rese conto che lo stipendio percepito non era più sufficiente a colmare la mancanza di empatia.

Oltre ad un equo compenso economico, la generazione Z in particolare cerca stimoli in grado di farli appassionare al lavoro da svolgere, come l’inserviente alla Nasa. Lo stipendio, da solo, non giustifica più 14 ore di lavoro al giorno o quello nel weekend.

L’effetto Larsen e il lavoro

Lasciare la sfera emotiva separata da quella lavorativa è un errore. A dirlo è Matteo Lanfranchi, direttore artistico di Effetto Larsen, che spiega alle persone come coniugare lavoro e processi relazionali.

Il benessere di un individuo è il benessere di una comunità, compresa quella aziendale. Quando il malcontento dilaga è perché le persone si sentono a disagio, costrette in un ambiente in cui ciò che conta è il profitto.

Coltivare le capacità relazionali, invece, è fondamentale: solo così le persone sapranno essere coinvolte nella mission aziendale, senza sentirsi semplicemente dei numeri.

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