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Lavoro, IDC: nella nuova normalità servirà una forza lavoro ancora più ibrida e flessibile

Sarà fondamentale il ruolo delle tecnologie e dei processi, ma servirà molta più attenzione alla persona. Entro il 2021 il 65% dei lavoratori includerà considerazioni sulla salute oltre a valutazioni sociali, ambientali e umanitarie nella scelta del posto di lavoro

La trasformazione del mondo del lavoro è solo agli inizi. La pandemia ha imposto un’accelerazione delle iniziative di trasformazione digitale, con molte imprese che si sono ritrovate a fare i conti con nuove sfide in termini di tecnologia, processi e policy. A tutto questo nel 2021 si aggiungeranno anche sfide in materia di salute, sostenibilità ed etica, che imporranno ulteriori riflessioni sul modo di lavorare.

IDC, società mondiale specializzata in ricerche di mercato, servizi di consulenza e organizzazione di eventi nei settori ICT e dell’innovazione digitale, definisce il futuro del lavoro (Future of Work) come un cambiamento fondamentale del modello di lavoro che promuove la collaborazione uomo-macchina, abilita nuove competenze ed esperienze dei lavoratori, e supporta un ambiente intelligente e dinamico senza limiti nel tempo o nello spazio fisico.

La pandemia, sottolinea IDC, ha evidenziato come nell’economia moderna sia necessario che i lavoratori operino come team dinamici e riconfigurabili in grado di adattarsi rapidamente alle esigenze aziendali e ai nuovi requisiti del mercato. Inoltre, l’attuale situazione, che ha portato metà della forza lavoro a lavorare da remoto dall’oggi al domani, ha mostrato le lacune infrastrutturali e organizzative di molte imprese. Il processo di ripresa richiederà quindi un nuovo livello di agilità e per competere nella nuova normalità sarà necessaria una forza lavoro ancora più ibrida e flessibile.

Il ruolo delle tecnologie rimarrà dunque fondamentale per sostenere la trasformazione del lavoro e IDC ha stilato un elenco delle modifiche necessarie per il successo. Tra queste figurano la necessità di un ambiente di lavoro intelligente in grado di servire e distribuire in modo proattivo le risorse necessarie a svolgere l’attività; la connettività sicura a persone e risorse aziendali sempre, ovunque e da qualsiasi tipologia di dispositivo; l’esigenza di avere a disposizione strumenti collaborativi che abilitino ambienti conversazionali (non soltanto all’interno dell’azienda, ma anche con partner, clienti e altri stakeholder); sicurezza e governance robuste che però non ostacolino produttività e user-experience; soluzioni amministrative e per la gestione del personale self-service; sistemi intelligenti in grado di abilitare nuove competenze e di erogare una formazione continua; sistemi di rilevamento integrati sul posto di lavoro che ottimizzino e personalizzino l’esperienza dei dipendenti e migliorino la produttività, la sicurezza e la protezione; sistemi automatizzati per il miglioramento dei processi aziendali.

Entro il 2023, IDC prevede inoltre che il 75% delle grandi aziende si impegnerà a fornire parità tecnologica alla forza lavoro ibrida, non importa se locale, remota, sul campo o in spostamento da una posizione all’altra. Con “parità tecnologica” IDC intende la possibilità che tutti i lavoratori abbiano accesso sicuro alle risorse necessarie per svolgere il proprio lavoro, indipendentemente dal dispositivo e dal luogo.

Per supportare questo cambiamento, oltre alle tecnologie e ai processi, servirà poi molta più attenzione alla persona. Le ricerche di IDC indicano che le organizzazioni con una forte vocazione all’employee experience hanno, infatti, mediamente dipendenti cinque volte più coinvolti nel raggiungimento degli obiettivi aziendali, anche di fronte ai cambiamenti. Per attrarre e trattenere i lavoratori, le organizzazioni devono quindi diventare luoghi di lavoro migliori.

Entro il 2021, IDC prevede che il 65% dei lavoratori includerà considerazioni sulla salute oltre a valutazioni sociali, ambientali e umanitarie nella scelta del posto di lavoro.

Via via che le imprese passeranno da una forza lavoro “ibrida per circostanza” a una “ibrida per disegno”, assisteremo all’evoluzione degli spazi di lavoro sia fisici sia digitali, a stili di apprendimento innovativi e a un nuovo approccio alla leadership, con impatti significativi su innovazione, produttività, esperienza di lavoro e resilienza aziendale.

IDC approfondirà queste tematiche nel corso dell’IDC Future of Work Digital Forum 2021 che si terrà l’11 marzo in diretta streaming. La terza edizione presenterà un’agenda disegnata per fornire risposte concrete alle sfide tecnologiche e organizzative che le aziende stanno affrontando nel percorso di trasformazione del lavoro.

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