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Quiet Hiring: cos’è e quali vantaggi offre alle aziende

Il neologismo Quiet Hiring si traduce in “assunzione silenziosa” ed è una nuova tendenza che coinvolge le aziende, ma di riflesso anche le persone che vi lavorano, e mira a valorizzare le risorse presenti senza acquisire nuovi dipendenti

Quiet Hiring: di cosa si tratta e come funziona

Negli ultimi anni (praticamente dopo la pandemia) nel settore HR sono nate nuove terminologie per descrivere fenomeni e trend che coinvolgono il mondo del lavoro. Fino a poco tempo fa abbiamo assistito alla nascita del Quiet Quitting, tradotto in “licenziamento silenzioso”, a manifestare la tendenza da parte dei dipendenti di ridurre al minimo indispensabile il proprio impegno in azienda, senza tuttavia abbandonare il proprio posto di lavoro.

In contrasto con il Quiet Quitting, nell’ultimo periodo ha preso piede il Quiet Hiring, tanto da essere stato inserito da Gartner tra le nove tendenze HR del 2023. Ad essere silenziosa questa volta è l’assunzione: in pratica l’azienda acquisisce nuove competenze senza tuttavia assumere nuovo personale, concentrandosi sulla mobilità interna e sul potenziamento delle competenze delle persone già assunte.

Questo processo funziona sostanzialmente in tre modi: ricollocando strategicamente le risorse nelle aree prioritarie di business scoperte; attraverso processi di upskilling per migliorare le competenze e rendere la risorse interne in grado di affrontare le nuove sfide; affidando le attività a risorse esterne, senza affrontare nel breve periodo l’impegno dell’inserimento in organico, ma senza nemmeno escludere in futuro una trasformazione di questo rapporto in qualcosa di più solido e stabile.

I vantaggi del Quiet Hiring per le aziende

A lungo andare, il Quiet Hiring potrebbe configurarsi come la strategia di riferimento per le aziende in un momento di scarsità di figure specializzate e di generale malumore da parte dei lavoratori dipendenti.

Questo fenomeno offre il vantaggio alle organizzazioni di individuare e fidelizzare i migliori talenti presenti in azienda, coinvolgendo il personale interno ed evitando proprio quel fenomeno di cui di diceva in precedenza, ossia il Quiet Quitting.

La mancanza di nuovi stimoli e l’incapacità da parte dei vertici aziendali di valorizzare i propri collaboratori è uno dei principali motivi di turnover nel mondo del lavoro. Il Quiet Hiring andrebbe a sopperire a queste lacune, lavorando proprio sulla ricerca di nuove motivazioni e stimoli da parte dei dipendenti più capaci e volenterosi, e valorizzandone le qualità e le competenze.

Oltre a questo aspetto, il Quiet Hiring offre alle aziende anche il vantaggio di ridurre i costi e i relativi rischi legati alle campagne di recruiting e all’assunzione di nuovo personale, nonché all’inserimento di una nuova figura all’interno dell’azienda. Quindi, da quello che potrebbe essere un semplice neologismo, potrebbe nascere una strategia innovativa ed efficace per non perdere le risorse migliori.

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