Con l’entrata in vigore della Legge 10 giugno 2025, n. 76, l’ordinamento italiano dà attuazione ai principi sanciti dall’articolo 46 della Costituzione, concretizzando il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende. La nuova disciplina configura la partecipazione come un diritto collettivo, articolato su quattro dimensioni: gestionale, economica, organizzativa e consultiva.
Partecipazione gestionale
Per la prima volta viene riconosciuta la facoltà di inserire rappresentanti dei lavoratori nei consigli di sorveglianza e di amministrazione, attraverso statuto societario e contratti collettivi.
Nelle società con modello dualistico, la legge consente di includere uno o più rappresentanti nel consiglio di sorveglianza e nel consiglio di gestione, individuati dalla contrattazione collettiva.
Nel modello ordinario, è possibile inserire rappresentanti nel consiglio di amministrazione.
I rappresentanti dei lavoratori devono possedere i requisiti di indipendenza stabiliti dall’art. 2409-septiesdecies del codice civile, oltre ai requisiti di onorabilità e professionalità previsti dallo statuto societario o, in sua assenza, dai codici di condotta predisposti dalle associazioni di categoria. La loro designazione avviene ad opera dei dipendenti, secondo le modalità fissate dalla contrattazione collettiva. È in ogni caso esclusa, per un periodo di tre anni dalla conclusione dell’incarico, la possibilità di assumere ruoli direttivi in azienda, salvo che tali incarichi fossero già ricoperti in precedenza.
Partecipazione economico-finanziaria
Il secondo ambito supera la separazione tra retribuzione e performance aziendale attraverso meccanismi fiscali incentivanti.
Per il 2025, le aziende che distribuiscono almeno il 10% degli utili ai dipendenti applicano un’imposta sostitutiva ridotta al 5% (anziché 10%) sulle somme erogate, fino a 5.000 euro lordi per lavoratore (anziché 3.000). L’incentivo si applica solo se disciplinato da contratti collettivi.
Si aggiungono i piani di partecipazione finanziaria: acquisto azioni aziendali, diritto di opzione, azioni in sostituzione di premi.
In questo specifico caso, è prevista l’esenzione IRPEF del 50% sui dividendi da azioni attribuite, fino a 1.500 euro annui.
Partecipazione organizzativa
La partecipazione organizzativa coinvolge i lavoratori nei processi di miglioramento attraverso commissioni paritetiche e specifiche figure organizzative.
Le commissioni, con rappresentanti paritari di lavoratori e impresa, formulano proposte su innovazione prodotti, efficienza processi, miglioramento servizi e organizzazione del lavoro.
Le imprese possono introdurre figure chiave come ad esempio:
- referente formazione,
- responsabile qualità luoghi di lavoro,
- coordinatore politiche retributive,
- referente conciliazione vita-lavoro,
- responsabile diversità e inclusione.
Per aziende sotto 35 dipendenti, è possibile avvalersi del supporto degli enti bilaterali, permettendo anche alle piccole imprese di beneficiare del modello partecipativo.
Partecipazione consultiva
La partecipazione consultiva riguarda l’espressione strutturata di pareri su decisioni aziendali rilevanti, senza potere vincolante ma garantendo trasparenza.
La consultazione avviene nelle commissioni paritetiche, secondo modalità della contrattazione collettiva. Può attivarsi su iniziativa aziendale o dei rappresentanti, concludendosi entro dieci giorni con parere scritto allegato al verbale.
Entro trenta giorni, il datore deve spiegare l’esito della consultazione e le ragioni dell’eventuale mancato recepimento.
Formazione obbligatoria e Commissione nazionale
Per garantire partecipazione effettiva, la legge prevede due presidi fondamentali:
- formazione obbligatoria: tutti i rappresentanti devono ricevere almeno dieci ore annue di formazione su temi giuridici, economici, gestionali e relazionali, finanziabili tramite enti bilaterali, fondi interprofessionali o Fondo Nuove Competenze.
- commissione nazionale permanente presso il CNEL: composta da rappresentanti istituzionali e parti sociali, monitora l’attuazione, risolve controversie interpretative, raccoglie buone prassi e formula proposte di miglioramento.