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I 10 trend per il 2021 per attrarre e gestire i talenti in azienda

Randstad Sourceright ha analizzato quali sono le tendenze sulle quali puntare per selezionare, attrarre e mantenere i migliori talenti. Importante l’attenzione alla salute e al benessere psicofisico dei dipendenti, la costruzione di un ambiente di lavoro inclusivo e l’investimento in piani di formazione e sviluppo personale

La pandemia da coronavirus ha profondamente cambiato il mondo del lavoro e rivoluzionato le strategie di employer branding delle aziende per selezionare, attrarre e trattenere i migliori talenti. Lo smart working ha infranto il tabù della vicinanza al luogo di lavoro, allargando l’area di ricerca dei candidati, e ha evidenziato l’esigenza di profili agili, capaci di lavorare in autonomia e per obiettivi e dotati di competenze trasversali, per gestire imprevisti e cambiamenti senza esserne travolti, e digitali, per poter operare e collaborare da remoto con successo.

Ad analizzare quali sono i trend nella gestione dei talenti per il 2021 ci ha pensato il Talent Trends Report di Randstad Sourceright – società di Randstad, leader al mondo nei servizi per le risorse umane – attraverso un sondaggio condotto su 850 C-suite, responsabili HR e delle strategie per l’acquisizione dei talenti di 17 Paesi.

Quindi ecco di seguito le 10 tendenze più importanti in questo ambito nelle organizzazioni

1 – Focus sulle competenze, non sulle mansioni.
Il 76% degli intervistati in Italia cerca lavoratori agili, in possesso di competenze trasversali che possano essere utili in diverse aree aziendali.

2 – Flessibilità per adattarsi ai cambiamenti.
Il lavoro da remoto ha cambiato la visione dell’equilibrio fra lavoro e vita privata. Restare flessibili può essere quindi un’arma in più per attrarre i talenti, come rivela il 64% del campione internazionale. L’Italia su questo fronte resta tuttavia indietro rispetto all’estero dove l’80% dei C-lever e degli HR sta considerando una politica di lavoro da casa permanente, contro il 66% degli intervistati italiani.

3 – Più attenzione a salute e benessere dei lavoratori.
Nel valutare le offerte di lavoro, i talenti danno priorità alla sicurezza e alla salute. Per il 62% del campione internazionale offrire un programma di wellness è quindi divenuto importante per attirare i candidati. Coloro che offriranno un sostegno globale ai lavoratori stressati avranno probabilmente a disposizione una forza lavoro più sana e produttiva.

4 – Più produttività con la trasformazione digitale.
Accelerare la trasformazione digitale aziendale per migliorare collaborazione e connettività sarà un fattore chiave anche nel 2021. In questo ambito gli HR italiani sono più attivi dei colleghi all’estero, con il 71% che sta investendo in tecnologie digitali per migliorare la talent experience sul lavoro (contro il 47% della media globale). 

5 – Analizzare i talenti con i dati.
Il digitale può facilitare e ottimizzare le decisioni su eventuali assunzioni o sulla gestione del personale. L’82% dei C-level italiani prevede di effettuare corsi di formazione sull’analisi dei dati, contro il 46% dei colleghi all’estero, che però già in un caso su cinque hanno iniziato a investire nell’analisi dei talenti in seguito alla pandemia.

6 – Formazione contro la scarsità di talenti.
Il 36% degli intervistati italiani ha individuato nella scarsità di talenti uno dei punti più deboli della propria organizzazione (40% la media globale). Complice la difficoltà di reperire all’esterno le competenze di cui si hanno bisogno, un’alternativa può essere coltivare i talenti già presenti predisponendo piani di formazione e riqualificazione professionale sulle competenze digitali e interpersonali. Un HR su cinque a livello internazionale afferma di averlo già fatto. 

7 – La supply chain dei talenti senza confini.
Il lavoro agile da accesso a un bacino di talenti potenzialmente senza confini, ma per sfruttarlo bisogna utilizzare la market intelligence, i dati sulla forza lavoro e l’esperienza locale per comprendere la disponibilità di talenti e sviluppare capacità più sofisticate di ricerca e selezione dei profili.

8 – Una cultura dell’inclusione e della diversity.
Un’altra tendenza in crescita è l’attenzione dei talenti per le politiche aziendali sulla diversity e l’inclusione sul posto di lavoro. Lo hanno recepito l’80% delle direzioni HR (l’86% in Italia) e si stanno muovendo, il 68% ha già realizzato una strategia della diversity e dell’inclusione e il 27% la sta pianificando.

9 – Una forza lavoro riqualificata e sostenibile.
Durante la crisi sanitaria il digitale è diventato pervasivo ed è emersa la necessità di nuove competenze. Il 100% dei C-level e human capital leader italiani intervistati ritiene quindi che le aziende dovrebbero essere responsabili della riqualificazione dei propri dipendenti (+8% rispetto alla media globale), il 46% del campione internazionale sta puntando sul miglioramento delle soft skill, il 43% sulla capacità di lavorare e dirigere da remoto.

10 – Costruire una talent experience coinvolgente.
Per tre HR su quattro (75% media globale e 76% in Italia) le aspettative dei talenti nei confronti del datore di lavoro sono in continuo aumento e con l’arrivo del coronavirus costruire una talent experience è diventato un fattore sempre più critico (63%). È importante seguire e coinvolgere i candidati in ogni fase del loro percorso in azienda per comprendere se l’esperienza coincide con le aspettative. 

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