Congedo straordinario per assistere un familiare affetto da disabilità è un diritto che i lavoratori hanno, ma quali sono i requisiti per accedervi? Ecco tutto quel che c’è da sapere.
Il congedo straordinario consiste in un periodo retribuito di assenza dal lavoro, previsto per i dipendenti che devono fornire assistenza a un familiare affetto da disabilità grave. Questa misura è regolata principalmente dall’articolo 42, comma 5, del Decreto Legislativo n. 151 del 26 marzo 2001 (Testo Unico in materia di tutela della maternità e paternità).
Il periodo massimo previsto per tale congedo è di due anni complessivi, durante i quali il lavoratore beneficia sia della conservazione del posto di lavoro, sia di un’indennità economica versata dall’Inps.
Chi sono i soggetti beneficiari?
Hanno diritto al congedo straordinario retribuito i lavoratori dipendenti privati (anche a tempo determinato e part-time) che assistono un familiare con grave disabilità.
I dipendenti della Pubblica Amministrazione, qui non analizzati, godono di congedi analoghi, ma seguono disposizioni e procedure proprie dell’Amministrazione di appartenenza.
Secondo l’articolo 42 citato, la priorità nella fruizione del congedo segue quest’ordine:
- coniuge convivente, partner di unione civile o convivente di fatto;
- genitori (anche adottivi o affidatari), se manca o è impossibilitato il coniuge/partner del disabile;
- figli conviventi, in assenza o impossibilità di coniuge/partner e genitori;
- fratelli o sorelle conviventi, se nessuno dei precedenti può assistere;
- parenti o affini entro il 3° grado conviventi, solo se tutte le figure sopra elencate sono assenti, decedute o impossibilitate per gravi motivi di salute.
Quali i requisiti necessari per la fruizione?
Per usufruire del congedo straordinario retribuito è necessario che siano soddisfatti determinati requisiti riguardanti sia il lavoratore che presenta domanda, sia il familiare con disabilità che necessita di assistenza:
- il richiedente deve avere un rapporto di lavoro dipendente in essere (anche a tempo determinato o part-time). Il congedo può essere fruito anche durante il periodo di prova.
- la persona da assistere deve essere stata riconosciuta portatore di handicap in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3 comma 3 della Legge 104/1992.
- il familiare disabile non deve essere ricoverato a tempo pieno presso strutture ospedaliere o simili con assistenza sanitaria continuativa 24 ore su 24.
- il richiedente deve rientrare tra i familiari aventi diritto secondo l’ordine gerarchico stabilito dalla legge e devono mancare (o risultare impossibilitati) i familiari di grado precedente. Ove necessario, i familiari di grado superiore possono anche formalmente rinunciare per iscritto al congedo, consentendo al parente di grado inferiore di subentrare.
Il congedo straordinario è un diritto soggettivo del lavoratore dipendente che non può essere negato dall’azienda.
Come viene calcolata la durata massima?
Il congedo straordinario per assistenza ai disabili dura al massimo due anni (730 giorni) nell’intera vita lavorativa di ciascun dipendente, anche sommando periodi frazionati; il congedo è infatti fruibile anche a singole giornate.
Non è invece ammessa la fruizione ad ore.
Il limite di durata si applica anche alla persona disabile assistita, se più familiari si alternano, la somma totale dei periodi fruiti non può superare i due anni per lo stesso disabile.
Per ottenere il congedo straordinario, il lavoratore deve presentare una domanda all’Inps.
Le norme non fissano un termine di preavviso minimo fissato per legge, è però consigliabile presentare la domanda con un certo anticipo.
Quale trattamento economico?
Durante il periodo di congedo straordinario, al lavoratore spetta un trattamento economico sotto forma di indennità giornaliera, a carico dell’Inps e anticipata dal datore di lavoro in busta paga, calcolata in base alla normale retribuzione lorda dell’ultimo mese immediatamente antecedente il congedo.
Il datore può negare la fruizione del congedo?
Il datore di lavoro, di fronte alla richiesta e all’autorizzazione di un congedo straordinario da parte dell’Inps, deve riconoscere tale diritto al lavoratore e conservare lui il posto di lavoro.