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Riconoscimento facciale sul luogo di lavoro: no del Garante Privacy

Il Garante della Privacy ha sanzionato cinque aziende che utilizzavano sistemi di riconoscimento facciale sul luogo di lavoro per monitorare le presenze dei dipendenti. L’uso dei sistemi di rilevazione biometrica è fuori norma e infrange il diritto alla privacy dei lavoratori.

Riconoscimento facciale sul lavoro: multate cinque società

Il Garante della privacy ha imposto pesanti sanzioni per cinque aziende che utilizzavano sistemi di riconoscimento facciale per controllare le presenze dei dipendenti sul luogo di lavoro. Secondo l’Autorità, le cinque società hanno raccolto e trattato in modo illecito i dati biometrici di numerosi lavoratori e sono state multate rispettivamente per 70mila, 20mila, 6mila, 5mila e 2mila euro.

Il Garante ha sottolineato che non esiste alcuna norma che consenta l’uso di sistemi di controllo biometrici in ambito lavorativo. Questa violazione dei diritti dei lavoratori è emersa dopo una serie di reclami da parte dei dipendenti delle cinque aziende, operanti presso lo stesso sito di smaltimento dei rifiuti.

Mancanza di un’informativa chiara e ulteriori violazioni

Dall’attività ispettiva del Garante, sono emerse inoltre ulteriori violazioni da parte delle società coinvolte. Nello specifico, tre aziende su cinque avevano condiviso per più di un anno lo stesso sistema di rilevazione biometrica. Una delle società sanzionate aveva istallato lo stesso sistema presso altre nove sedi, sempre con l’obiettivo di rilevare le presenze di lavoratori e lavoratrici.

Inoltre, le aziende hanno imposto l’obbligo ai propri dipendenti di sottoporsi al riconoscimento facciale per accedere al luogo di lavoro, senza fornire un’informativa chiara e dettagliata sulla raccolta e l’uso dei dati personali. Infine, le società non hanno effettuato le valutazioni d’impatto previste dalla normativa sulla privacy e non hanno adottato adeguate misure tecniche di sicurezza per proteggere i dati raccolti.

Ordinata la cancellazione dei dati

Il Garante per la privacy ha accolto i reclami dei dipendenti e ordinato alle aziende coinvolte la cancellazione dei dati raccolti illecitamente. L’Autorità ha inoltre ordinato la sospensione immediata dell’uso dei sistemi di riconoscimento facciale e raccomandato l’utilizzo di altri metodi meno invasivi, come il badge.

La decisione del Garante sottolinea l’importanza di proteggere i diritti dei lavoratori e garantire il rispetto della privacy anche nell’ambito lavorativo. L’utilizzo di sistemi biometrici senza una base normativa adeguata e senza il consenso informato dei dipendenti è un chiaro esempio di violazione dei diritti fondamentali, che richiede un intervento immediato e risolutivo.

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