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HR stories: la sitcom che racconta il mondo HR

Dal 15 novembre al 2 dicembre, tutti i giorni, è in onda online la web serie “HR stories”, sitcom che parla di lavoro e risorse umane. Incuriositi dalla novità, abbiamo deciso di intervistare Gabriele Molteni, CEO di Arca24 (azienda che ha prodotto la serie), per saperne di più e per approfondire alcune tematiche di attualità che riguardano il mondo del lavoro

HR stories: la prima sitcom girata in azienda con protagonisti veri

HR stories è la web serie scritta e prodotta da Arca24, HR Tech Factory che progetta e implementa soluzioni cloud per le risorse umane, che racconta il quotidiano di Silvia, un HR Manager intraprendente a cui viene affidato un nuovo incarico. Si tratta di una sitcom molto divertente, in grado di far sorridere, ma anche di offrire molti spunti di riflessione

Decisi a saperne di più sull’argomento, abbiamo contattato l’azienda per capire come e quando è nata l’idea. Con l’occasione, abbiamo intervistato Gabriele Molteni, CEO di Arca24, anche per fare il punto sul livello di digitalizzazione del comparto HR, individuando le principali richieste da parte delle aziende in quest’ambito, ma anche ostacoli, criticità e nuove sfide da affrontare.

Dott. Molteni, innanzitutto, complimenti per la web serie. Alcune curiosità: come nasce? cosa racconta? Quale messaggio che vuole trasmettere? Ce ne parli un po’.

HR stories nasce dall’idea di fare una comunicazione diversa, un po’ fuori dagli schemi e dal fatto che, parlando con colui che poi è diventato il regista della web serie, raccontavo che il mondo risorse umane è ricco di aspetti divertenti.

Questa è stata la scintilla. Poi la realtà ci è un po’ sfuggita di mano. Da 10 giorni siamo passati a 2 mesi di registrazione e da un progetto che coinvolgesse solo una piccola parte del team aziendale si è passati a far recitare tutti, ma proprio tutti, personale delle pulizie e mascotte di Arca24 compresa: ossia Emma, il mio cane.

L’idea iniziale si è trasformata, quindi, in un’originale attività di team building.

HR stories è una web serie di 14 puntate, da 5 minuti l’una, che racconta la vita di un ufficio delle risorse umane alle prese con un processo di selezione (davvero faticoso, poiché basato su tecnologie ormai obsolete) e di Arca24, nella sua attività quotidiana, per cercare di mostrare ai responsabili HR come velocizzare il loro lavoro.

In ultima analisi, la sitcom ha anche uno scopo istruttivo: mostrare ai nostri potenziali clienti la rappresentazione di loro stessi.

La digitalizzazione ha coinvolto tutti i settori, compreso il comparto HR: a che punto siamo messi?

La digitalizzazione ha già coinvolto gran parte dei dipartimenti aziendali con profondità diverse, ma all’interno del reparto HR siamo ancora molto indietro. È uno dei comparti meno digitalizzati in assoluto, anche se ne avrebbe davvero bisogno.

Ogni volta che vediamo una ricerca di lavoro in cui viene richiesta la candidatura via e-mail, questa mancanza viene portata in evidenza. Per fare un parallelismo, è come se chiedessimo al responsabile finanziario di un’azienda di fare la contabilità con excel o su un quaderno di partita doppia.

Quali sono le principali richieste delle aziende? Viceversa, quali sono le loro resistenze?

Spesso le richieste di digitalizzazione delle aziende non sono chiare, perché chi le fa non ha una visione chiara e nitida del reale bisogno. Spesso, capita che alcune aziende comprino una tecnologia adatta ad un singolo meccanismo, senza considerare la sua collocazione nell’intero del processo o se esso possa generare davvero dei vantaggi.

La richiesta maggiore che solitamente ci arriva è quella di digitalizzare il processo di ricerca e selezione di nuovi candidati. Viceversa, la resistenza che incontriamo maggiormente è di natura culturale. Sia una resistenza al cambiamento (perché cambiare costa fatica), sia verso il valore di quello che si sta acquistando e, quindi, al costo della tecnologia. Tuttavia, scegliere una tecnologia cercando di spendere il meno possibile, non si rivela sempre la migliore scelta.

Arca24 è un’azienda certificata “Great Place to Work”. Qual è, secondo lei, la “ricetta” per attirare e trattenere il personale e i talenti in azienda?

La ricetta è creare un ambiente confortevole. Capita a tutti di svegliarsi la mattina e di non avere voglia di andare al lavoro. È un presupposto umano, che tutti viviamo, ma più si riesce a mettere a proprio agio i collaboratori (sotto diversi aspetti, di relazione, di benefit, con una postazione di lavoro accogliente, etc.) più le persone sono felici e si sentono parte dell’azienda.

In Arca24 abbiamo puntato su un contratto aziendale, molto vantaggioso, stilato con un organismo sindacale svizzero, l’OCST, che ha lo scopo di supportare il benessere dei dipendenti. Quest’anno, ad esempio, per il rinnovo del CCL abbiamo regalato a tutto il team una settimana di ferie in più all’anno.

Ma non solo. Abbiamo creato un clima aperto di collaborazione e un ambiente di lavoro ricco di aree ricreative che aiutano i dipendenti a rilassarsi e sentirsi bene.

La pandemia ha cambiato il mondo del lavoro e il modo di lavorare, come le abitudini e le esigenze dei lavoratori. Secondo lei, quali sono le cose buone e le cose meno buone? Quali saranno le sfide che il comparto HR dovrà affrontare in futuro?

Tra le cose che reputo buone, è che ci siamo dimostrati di essere flessibili, nel senso che si può lavorare con la stessa efficacia in un modo un po’ diverso. Banalmente, oggi ci sono meno appuntamenti fisici, ci si sposta di meno, grazie al fatto di aver sperimentato obbligatoriamente le riunioni online.

Il rovescio della medaglia è l’esagerazione di questo aspetto. Passare da zero a cinque giorni di smart working non credo sia un bene né per le persone né per la loro produttività. È giusto trovare un equilibrio. Se vogliamo che nelle aziende ci sia molto commitment o, riprendendo la domanda di prima, se si vuole essere GPTW, risulta impossibile se si hanno delle persone completamente dislocate, che non si incontrano mai. Non può funzionare. In questo senso, capisco, anche se non dico di condividere, le scelte di alcuni big del mondo, come Elon Musk, che hanno riportato le persone in ufficio per 40 ore alla settimana.

In questo clima, la grande sfida che comparto HR deve affrontare è di diventare un driver di cambiamento all’interno delle organizzazioni. La digitalizzazione in senso più ampio non è statica, ma è un processo continuo, perché il mondo e le tecnologie continuano a cambiare. È quindi l’atteggiamento al cambiamento che deve cambiare. Non è più sufficiente dire “beh, ma quello che ho fatto ha sempre funzionato”.

Gli HR del futuro devono riuscire a raccontare questa cultura del cambiamento e soprattutto a viverla su loro stessi, ma è difficile riuscire ad affrontare questa sfida, se sul lavoro utilizzano poca tecnologia.

Mi raccomando guardate la serie su Arca24TV o sul nostro canale YouTube, condividetela e fateci sapere cosa ne pensate!

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