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Giovani cinesi in ufficio in pigiama contro le convenzioni

In Cina molti giovani lavoratori sfidano le convenzioni sociali andando in ufficio in pigiama. Stanchi dei rigidi protocolli imposti dalla società, cambiano outfit e vestono abiti più comodi.  

In Cina si sta diffondendo una nuova moda. Riguarda soprattutto i giovani che, dopo la pandemia, hanno deciso di recarsi in ufficio con abiti meno convenzionali e più comodi.

L’idea è stata lanciata da una ragazza di nome Kendou S, che su Douyin (il TikTok cinese) ha pubblicato un video in cui ha mostrato sui social come si reca a lavoro: non indossa né camicia né tacchi, ma pantofole pelose, pantaloni del pigiama, un maglione marrone largo, un giubbino salmone trapuntato e guanti di lana bordeaux bucati. La giovane, stufa di essere criticata dal suo capo che le chiedeva di presentarsi in modo più appropriato per “tutelare l’immagine dell’azienda”, ha cambiato il suo look in segno di protesta.

Il video ha avuto talmente tanto successo da aver ottenuto 736 mila like e quasi 1,4 milioni di condivisioni. Il successo è stato tale che l’hashtag “disgustosi abiti da lavoro”, si è diffuso velocemente su Weibo (la versione cinese di X), Xiaohongshu e altre piattaforme. Migliaia di giovani hanno imitato Kendou S e si sono recati a lavoro con un abbigliamento casalingo, indossando felpe, pantaloni della tuta e pigiami.

In pigiama per protestare

I giovani, seppur in pigiama, continuano a lavorare in modo responsabile. E’ una forma di protesta che non esclude competenze e capacità. Si tratta di abiti più comodi, cambiati soprattutto dopo la pandemia di Covid-19.

Contro ogni convenzione sociale, tanti lavoratori cinesi hanno deciso di vivere con maggiore spensieratezza la loro giornata in ufficio, non seguendo più un rigido dress code, ma con un look meno ricercato.

Il New York Times ha intervistato una designer d’interni di Wuhan, la quale avrebbe dichiarato: “Voglio indossare ciò che voglio. Semplicemente non penso che valga la pena spendere soldi per vestirmi al lavoro, dato che sto solo seduta. Voglio solo vivere un po’ di più a modo mio“.

Sui social i post riguardano soprattutto donne, sottoposte a una maggiore pressione rispetto ai loro colleghi maschi. Gli abiti da uomo spesso richiedono minore attenzione a differenza degli elevati standard pretesi dalle lavoratrici.

Le apparenze per questi lavoratori, dunque, diventano sempre meno importanti. Ciò che conta è rallentare e non cedere ad una vita frenetica fatta di rigidi protocolli. Addio a cravatte e tubini, benvenuti jeans, sneakers e tute.

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