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Esenzione fiscale per rimborsi abitativi ai lavoratori trasferiti

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto un’importante novità nel panorama delle agevolazioni fiscali destinate ai lavoratori dipendenti. L’articolo 1, commi 386-389, della Legge n. 207/2024 prevede infatti un regime transitorio di esenzione fiscale per le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro a titolo di canoni di locazione e spese di manutenzione dei fabbricati locati dai propri dipendenti.

Finalità della disposizione

Attraverso l’introduzione di un regime fiscale agevolato, il legislatore ha inteso mettere a disposizione delle imprese uno strumento volto a favorire l’accettazione di offerte di lavoro situate a significativa distanza dalla residenza anagrafica del lavoratore. La misura consente infatti ai datori di lavoro, in via facoltativa, di riconoscere rimborsi esenti per le spese abitative sostenute dai dipendenti trasferiti, contribuendo così a una più efficiente allocazione delle risorse umane su scala nazionale.

L’agevolazione consiste nell’esclusione dal reddito di alcune somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione dei fabbricati locati.

Quali requisiti per accedere all’agevolazione?

L’esenzione fiscale è subordinata al rispetto di precisi requisiti, che devono sussistere contemporaneamente:

  1. l’assunzione deve avvenire con contratto a tempo indeterminato nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2025 e il 31 dicembre 2025. La misura è sperimentale e, salvo proroghe, valida solo per le assunzioni realizzate nel 2025;
  2. il lavoratore deve aver percepito, nell’anno precedente l’assunzione (quindi nel 2024), un reddito da lavoro dipendente non superiore a 35.000 euro;
  3. è necessario che il comune in cui viene trasferita la residenza per motivi di lavoro, sia situato ad oltre 100 chilometri di distanza dal comune di precedente residenza;
  4. la precedente residenza deve essere autocertificata con riferimento ai sei mesi precedenti la data di assunzione, elemento che mira a prevenire comportamenti elusivi attraverso trasferimenti di residenza fittizi o temporanei.

A quanto ammonta l’agevolazione?

L’importo massimo dell’agevolazione è fissato in 5.000 euro annui, per i primi due anni dalla data di assunzione. Complessivamente, quindi, un lavoratore può beneficiare di rimborsi esenti fino a 10.000 euro nell’arco del biennio.

È fondamentale sottolineare che l’agevolazione ha natura esclusivamente fiscale e non rileva ai fini contributivi. Le somme rimborsate, pur essendo esenti da imposizione Irpef rimangono soggette alla normale contribuzione previdenziale. Inoltre, le somme esenti sono comunque incluse nel computo dell’Isee e ai fini dell’accesso a prestazioni previdenziali e assistenziali.

Questo bonus è cumulabile con i fringe benefit previsti per gli anni 2025, 2026 e 2027, che prevedono:

  • Un’esenzione fino a 1.000 euro per tutti i dipendenti;
  • Un’esenzione fino a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico.

Questioni interpretative aperte

La formulazione della norma lascia spazio ad alcuni dubbi interpretativi che potrebbero essere chiariti da successive circolari dell’Agenzia delle Entrate, la quale, al momento, non si è ancora espressa.

Non è precisato infatti cosa debba intendersi esattamente per “spese di manutenzione dei fabbricati locati”.

In particolare, non è chiaro se rientrino in tale categoria anche le spese condominiali ordinarie o le utenze domestiche.

Non sono specificate le modalità di calcolo della distanza tra i comuni di residenza, banalmente, se in linea d’aria o secondo il percorso stradale più breve. Non è disciplinato il caso di un eventuale ulteriore trasferimento di residenza durante il periodo di fruizione del beneficio.

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