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timbratura cartellino

Cassazione: vanno retribuiti anche i minuti dalla timbratura del cartellino al tornello

La Cassazione ha stabilito che il tempo trascorso dai dipendenti nel tragitto tra la timbratura del cartellino e il tornello deve essere considerato orario di lavoro. Pertanto, i dipendenti hanno il diritto di essere retribuiti per i minuti impiegati in attività svolte prima e dopo la prestazione lavorativa effettiva.

I minuti dalla timbratura del cartellino al tornello vanno retribuiti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che il tempo che i lavoratori impiegano tra la timbratura del cartellino e il tornello deve essere retribuito. Nel caso di specie, i giudici della Corte territoriale hanno obbligato Telecom a pagare oltre 1.500 euro a tre lavoratori per il tempo trascorso “dalla timbratura del cartellino al tornello posto all’ingresso al completamento della procedura di log in e di 5 minuti giornalieri quale tempo effettivo di lavoro dal completamento della procedura di log out fino alla timbratura del cartellino al tornello all’uscita”.

La società ha contestato la decisione, ritenendola censurabile proprio laddove riconosceva che il tempo di percorrenza impiegato dai dipendenti del caring services dal momento dell’ingresso nella sede aziendale a quello dell’attestazione dell’inizio della prestazione, mediante login sul proprio personal computer (e viceversa), fosse qualificabile come orario di lavoro retribuibile.

Tuttavia, la Corte Suprema ha respinto la censura, sottolineando che la Corte territoriale si era conformata alla corretta interpretazione della normativa sull’orario di lavoro attualmente in vigore. La definizione del tempo di lavoro è indispensabile per calcolare correttamente la retribuzione dei dipendenti. Per questo, molte sentenze hanno cercato di stabilire con precisione l’orario di inizio della prestazione lavorativa del dipendente.

La decisione della Cassazione si fonda sulla normativa vigente relativa all’orario di lavoro, in particolare sul Dlgs 66/2003 e sulle direttive comunitarie 93/104 e 203/88. La Corte ha stabilito che il tempo dedicato alle attività obbligatorie, prima e dopo il lavoro, deve essere considerato “orario di lavoro retribuito”. Infatti, il tempo impiegato per le attività prima o dopo l’esecuzione del lavoro deve essere compensato se tali attività sono ritenute “necessarie e obbligatorie”.

La sentenza della Cassazione

Per la Corte territoriale, il percorso dall’ingresso fino alla postazione di lavoro è considerato “necessario e obbligatorio” per l’azienda. Ogni attività preliminare, come il log in e il log out, è parte integrante della giornata lavorativa e deve essere retribuita. È il datore di lavoro che decide la struttura organizzativa dell’azienda e la posizione delle postazioni di lavoro, determinando così i tempi necessari per raggiungere il posto di lavoro.

Nel caso specifico della Telecom “è la datrice di lavoro che ha deciso come strutturare la propria sede, dove collocare la postazione di lavoro dei ricorrenti e il percorso da effettuare. È la datrice di lavoro che ha assegnato ai ricorrenti mansioni svolgibili solo tramite una postazione telematica ed ha quindi provveduto a scegliere il tipo di computer che ha ritenuto più opportuno e ne ha determinato con puntualità la procedura di accensione necessaria all’uso della stessa determinando così anche i tempi necessari. È la datrice che ha deciso che all’orario esatto di inizio turno i ricorrenti debbano essere già innanzi alla propria postazione già inizializzata e pronta all’uso”.

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