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Occupazione

Istat: nel 2022 cresce il numero di occupati, ma aumenta anche il divario di genere

In un’indagine Istat effettuata lo scorso anno si evidenzia una crescita dell’occupazione, ma anche un aumento del gap di genere. Resta altrettanto elevato il divario tra Nord e Sud.

Rispetto a dicembre 2021, l’occupazione registrata da Istat lo scorso anno nello stesso periodo evidenzia una crescita, ma anche una profonda differenza tra uomini e donne. A fronte di 334mila nuove assunzioni, 296mila hanno riguardato uomini, con un tasso di occupazione al 69,6%, mentre si è arrestato al 51,3% quello femminile, con soli 38mila nuovi posti di lavoro. In totale, si contano 9.763.000 di donne attive sul mercato del lavoro contro 13.452.000 uomini.

L’occupazione sale perché diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-1,0%, pari a -20mila unità) e di inattivi (-0,9%, pari a -120mila unità). Lo scorso anno il numero di occupati è aumentato di mezzo milione (+2,4%).

Gap generazionale e occupazione

A questi dati occorre aggiungere un altro importante fattore, riguardante il divario generazionale. Se da novembre 2022 hanno trovato impiego uomini, donne e autonomi di tutte le età, è necessario evidenziare l’eccezione per i giovani tra i 25 e i 34 anni. Il tasso di disoccupazione resta stabile al 7,8%, mentre diminuisce il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni.

Aumenta il numero di persone in cerca di lavoro da almeno un anno, e in molti prediligono ancora il canale informale, rivolgendosi a parenti e amici. Tuttavia, si segnala una crescita più formale attraverso l’invio di curriculum, risposte ad annunci e agenzie di lavoro interinale.

Nord e Sud: com’è la situazione sul divario occupazionale

In generale, il numero di occupati cresce maggiormente al Centro (+2,3%) e al Sud (+1,8%) piuttosto che al Nord (+1,7%). Ciononostante, continua a persistere un profondo divario nel tasso di occupazione e di disoccupazione tra Nord e Sud. Nel primo caso il Mezzogiorno registra una percentuale pari al 46,7% rispetto a quella del 21,5% del Nord, nel secondo il tasso di disoccupazione del Meridione è di quasi tre volte superiore a quello del Nord.

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