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Licenziamento

Dipendente con precedenti condanne penali: il licenziamento è legittimo?

Il licenziamento di un lavoratore che ha subito una condanna in passato non è automatico. Spetta ai giudici valutare i diversi casi e stabilire se il reato commesso può compromettere il rapporto di lavoro.

Con l’ordinanza n° 8902/2024, la Corte di Cassazione ha stabilito che una condanna penale ottenuta precedentemente all’inizio del rapporto di lavoro non può essere un motivo sufficiente per licenziare un dipendente.

I fatti legati al licenziamento

Nel caso di specie, il lavoratore ha presentato ricorso per essere stato licenziato dalla sua azienda, venuta a conoscenza della sua precedente condanna per il reato di associazione mafiosa. Il reato risaliva ad oltre vent’anni fa e la condanna penale era diventata definitiva nel 2009. Una volta scontata la condanna, nel 2016 l’uomo era stato assunto dall’azienda che l’ha poi successivamente licenziato nel 2019.

Illegittimità del licenziamento

La Corte di Cassazione ha specificato che, in linea generale, i reati commessi in passato possono contribuire a giustificare i licenziamenti per giusta causa. Il fatto che il reato sia stato commesso precedentemente all’assunzione, quindi, non influisce. Il giudice è chiamato a giudicare se i comportamenti extralavorativi siano ritenuti incompatibili con la fiducia necessaria nel rapporto di lavoro.

Nel caso in oggetto i giudici hanno ritenuto che, nonostante la gravità della condanna, questa non ha inciso in alcun modo sulle prestazioni del lavoratore e nemmeno sul rapporto di lavoro. Il licenziamento è stato ritenuto illegittimo e la società è stata obbligata a reintegrare il dipendente, pagandogli un’indennità risarcitoria.

Funzione rieducativa della pena

Una delle motivazioni utilizzate dalla Corte di Cassazione per intimare la società al reinserimento del dipendente è legata all’articolo 27 della Costituzione. Il pregiudicato, infatti, ha il diritto di essere reinserito in società, lavorando in modo serio ed onesto. La Costituzione prevede che “le pene devono tendere alla rieducazione del condannato” e non è possibile invocare il licenziamento per giusta causa soltanto sulla base delle azioni compiute in passato. Il comportamento irreprensibile tenuto dall’uomo per molti anni in seguito alla condanna ha un peso molto alto e rende illegittimo il licenziamento.

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