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Cv e conoscenze: così i giovani (e le imprese) cercano lavoro

Uno studio di INAPP ha rivelato che i giovani e le imprese per cercare lavoro e dipendenti i Cv, le inserzioni e le conoscenze

Nell’era del digitale, le modalità di ricerca del lavoro da parte di giovani e imprese non cambiano. Ci si affida ad amici e parenti, alle inserzioni sui giornali e all’invio massivo di curriculum. È quanto emerso da una recente indagine di INAPP, Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, che ha esaminato il mercato del lavoro. Il quadro emerso mette in evidenza una tendenza da parte dei giovani, ma anche dei datori di lavoro, di prediligere il fai da te e i propri contatti privati per la ricerca di lavoro o dipendenti.

I canali istituzionali, come i centri per l’impiego o le società di ricerca e selezione del personale, vengono messi spesso in secondo piano. Questo risultato mostra un certo ritardo culturale, ma soprattutto una disparità a livello di possibilità. Chi ha una posizione sociale migliore ha più chance di trovare un buon posto di lavoro rispetto a chi parte da una posizione più svantaggiosa.

Entrando nello specifico del sondaggio, il 70% dei giovani ha riferito di inviare curriculum per trovare lavoro. Il 59% invece fa ricorso ad amici, parenti e conoscenti. Tirando le somme, quasi la metà del campione invia curriculum e risponde agli annunci sui giornali. Il 30% invece mette in moto la propria rete di conoscenze. Il canale istituzionale, cioè centri per l’impiego, agenzie interinali, società di ricerca e selezione del personale, ottiene soltanto il 12,5% delle preferenze. Infine, fanalino di coda sono la scuola, l’università e gli enti di formazione che hanno ottenuto l’11,5% dei voti.

La situazione non cambia di molto per le imprese. Infatti, anche i datori di lavoro si arrangiano per trovare i dipendenti. Il 46% ricorre alle inserzioni sui giornali, alla stampa professionale o specializzata. Il 19% del campione fa ricorso ai propri contatti o a segnalazioni da parte dei dipendenti o di altri imprenditori. Come per i giovani, i canali istituzionali sono meno utilizzati anche dalle imprese. Solo il 14% si avvale dell’ausilio dei centri per l’impiego o delle agenzie interinali, mentre il 3,5% si rivolge alle scuole, università e centri di formazione.

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