di:  

bonus donne 2025

Bonus donne 2025: a quanto ammonta, come funziona e chi ne ha diritto

Via libera al Bonus donne 2025: Ministero del Lavoro e Mef hanno firmato i decreti attuativi con cui le imprese potranno beneficiare di esoneri contributivi per ogni lavoratrice assunta a tempo indeterminato. La misura, inoltre, prevede il sistema differenziato del “doppio binario” che introduce condizioni agevolative diverse tra Centro-Nord e Sud Italia.

Bonus donne 2025: fino a 650 euro al mese per le imprese

Dopo settimane di incertezza normativa, il Bonus donne 2025 è entrato ufficialmente in vigore. Il Ministero del Lavoro e il Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno firmato i decreti attuativi che rendono finalmente operativa una delle misure cardine del decreto Coesione, volta a incentivare l’occupazione femminile.

Si tratta di un provvedimento strutturale, pensato per agevolare l’assunzione di donne in condizioni svantaggiate attraverso una significativa agevolazione contributiva. Le imprese potranno infatti beneficiare dell’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali, che può arrivare a un massimo di 650 euro al mese per ogni lavoratrice assunta.

L’agevolazione riguarda nello specifico due categorie: le donne di qualsiasi età, residenti in Italia, che risultino disoccupate da almeno 24 mesi e le donne di qualsiasi età, residenti nelle regioni del Mezzogiorno, che non abbiano un impiego da almeno 6 mesi.

La dotazione finanziaria è articolata su più anni: 7,1 milioni di euro per il 2024, 107,3 milioni per il 2025, 208,2 milioni per il 2026 e 115,7 milioni per il 2027. Il provvedimento rappresenta un tassello fondamentale nella strategia di contrasto al divario di genere nel mercato del lavoro italiano, con un focus particolare sulle categorie svantaggiate e sui territori con minore tasso di occupazione femminile.

Bonus valido solo in caso di incremento occupazionale netto

Il Bonus donne 2025 riconosce alle imprese private che assumono, entro il 31 dicembre 2025, donne svantaggiate con contratto a tempo indeterminato, un esonero totale dai contributi previdenziali per un periodo massimo di 24 mesi. Restano esclusi dal beneficio i premi e i contributi Inail, mentre l’aliquota previdenziale utile ai fini pensionistici della lavoratrice resta invariata.

L’agevolazione si applica solo in caso di incremento occupazionale netto, da intendersi come aumento effettivo dell’organico rispetto alla media degli ultimi dodici mesi. In presenza di contratti part-time, il bonus è calcolato in proporzione alle ore lavorate. Sono escluse dal conteggio eventuali riduzioni di personale intervenute in società collegate o controllate.

Non rientrano nel campo di applicazione del provvedimento i contratti di apprendistato e quelli relativi al lavoro domestico. Inoltre, l’incentivo non è cumulabile con altri esoneri contributivi, ma può essere associato alla maxi-deduzione fiscale del 120% prevista per le nuove assunzioni, rafforzando l’attrattività dell’intervento per le imprese.

Il sistema del “doppio binario”

Il Bonus donne 2025 si caratterizza per l’introduzione del cosiddetto “doppio binario”, che distingue le modalità di accesso al beneficio tra le imprese del Centro-Nord e quelle delle regioni del Mezzogiorno, incluse quelle della Zona Economica Speciale (ZES). Questa impostazione, frutto di un confronto con la Commissione europea, consente un’implementazione differenziata del provvedimento, nel rispetto delle normative sugli aiuti di Stato.

Per le imprese localizzate fuori dalle regioni della ZES, il beneficio è riconosciuto per le assunzioni effettuate a partire dal 1° settembre 2024 e fino al 31 dicembre 2025, purché si tratti di donne disoccupate da almeno 24 mesi, indipendentemente dal luogo di residenza.

Per le aziende che operano nelle regioni della ZES – ovvero Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna – l’incentivo sarà accessibile per i contratti sottoscritti dal 31 gennaio 2025, a condizione che le lavoratrici siano disoccupate da almeno 6 mesi. In entrambi i casi, l’importo massimo del beneficio resta pari a 650 euro mensili per un periodo massimo di due anni, a fronte di un’assunzione a tempo indeterminato che incrementi stabilmente l’organico.

Attualmente, si attende il parere della Corte dei Conti, cui seguirà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei decreti attuativi. Solo allora la misura potrà considerarsi pienamente operativa. La sua attivazione rappresenta un segnale forte per il mondo del lavoro, nella direzione di una maggiore inclusione delle donne nel tessuto produttivo nazionale.

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO!