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Furti in azienda

Furti in azienda: che ruolo possono avere gli investigatori privati nel combattere l’infedeltà dei dipendenti?

I furti in azienda possono essere motivo di licenziamento per giusta causa del lavoratore. Quando si hanno sospetti, è possibile rivolgersi a un investigatore privato? E come vengono svolte le indagini finalizzate ad accertare eventuali infedeltà aziendali?

In un contesto economico sempre più competitivo e complesso, la fiducia reciproca tra datore di lavoro e dipendente è uno degli elementi cardine per il buon funzionamento di qualsiasi azienda. Tuttavia, quando questa fiducia viene tradita, con casi di furto o infedeltà aziendale, l’impatto può essere devastante, non solo per il clima che si viene a creare, ma anche per la sostenibilità economica dell’impresa.

Ecco perché, in situazioni di sospetto, rivolgersi a un investigatore privato diventa non solo necessario, ma a volte anche indispensabile, per tutelare gli interessi dell’azienda, mantenendo allo stesso tempo il rispetto per la privacy dei dipendenti.

Abbiamo approfondito l’argomento con Fabio Di Venosainvestigatore privato e CEO di Centro Servizi Investigativi.

Nel caso in cui un datore di lavoro notasse degli ammanchi e sospettasse di un dipendente, quando è consigliabile ricorrere a un investigatore privato?

Un datore di lavoro può capire che c’è qualcosa che non va in molti modi, spesso sono altri colleghi che lo mettono all’erta, mentre a volte ci sono veri e propri ammanchi che sono una spia imprescindibile che qualcosa non va, ma ci sono anche casi in cui i furti non sono così evidenti, come per esempio quando si parla di informazioni confidenziali, brevetti, liste clienti o anche procedure.

Quando si sospetta comportamenti disonesti o si ha il fondato timore che un dipendente possa essere coinvolto in attività illecite, il datore di lavoro ha il diritto e il dovere di indagare. Tuttavia, questa indagine deve essere condotta in modo tale da non violare i diritti dei lavoratori, garantendo che ogni passo intrapreso sia legale e giustificato. È qui che entra in gioco l’investigatore privato, una figura legalmente autorizzata che con professionalità è capace di condurre indagini discrete, accurate e nel rispetto delle normative vigenti.

Un investigatore privato viene incaricato per raccogliere informazioni che possano confermare o smentire i sospetti del datore di lavoro. L’obiettivo non è solo quello di scoprire la verità, ma anche di fornire prove concrete che possano essere utilizzate in un eventuale procedimento disciplinare o legale. La raccolta di queste prove deve essere svolta in modo tale da poter essere presentata in giudizio, senza rischiare di essere considerata inammissibile a causa di errori procedurali o violazioni della privacy.

Come si svolgono le indagini in questi casi?

Le indagini condotte da un investigatore privato in casi di furto o infedeltà aziendale seguono un protocollo rigoroso e strutturato. Prima di tutto, l’investigatore effettua un’analisi preliminare della situazione, raccogliendo informazioni generali, sul personale e sul contesto. Questa fase è cruciale per capire quali potrebbero essere le possibili fonti di fuga di beni o di informazioni e per stabilire il miglior approccio investigativo.

Successivamente, si passa alla raccolta delle prove, che può avvenire attraverso vari strumenti e tecniche. Tra questi, l’uso di sorveglianza discreta (come telecamere nascoste o pedinamenti), l’analisi dei flussi finanziari, l’esame dei documenti aziendali, fino ad arrivare a operazioni più complesse.

Un altro aspetto fondamentale dell’indagine riguarda l’analisi dei dispositivi elettronici e delle comunicazioni digitali, che può rivelare scambi di informazioni compromettenti, tentativi di frode o altre attività illecite. Queste tecniche di investigazione digitale richiedono competenze specifiche e possono rivelarsi decisive per smascherare comportamenti scorretti, diverse agenzie investigative si sono dotate di un vero e proprio reparto per svolgere indagini informatiche e di digital forensics.

Quali elementi di prova sono rilevanti al fine di un provvedimento disciplinare o di un licenziamento per giusta causa?

Le prove raccolte dall’investigatore privato devono essere non solo accurate, ma anche sufficientemente solide da poter sostenere un provvedimento disciplinare o un licenziamento per giusta causa. Secondo la legge italiana, un licenziamento per giusta causa può avvenire quando il comportamento del dipendente è tale da rendere impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro e quando viene compromessa la fiducia oltre che per fatti penalmente rilevanti.

Tra le prove rilevanti rientrano registrazioni video che dimostrano comportamenti illeciti, registrazioni di conversazioni in presenza, documentazione contabile o finanziaria che attesti l’appropriazione indebita di brevetti, informazioni riservate o beni aziendali, e-mail o messaggi che comprovano l’intento fraudolento. È essenziale che tali prove siano raccolte rispettando i limiti imposti dalle normative sulla privacy, altrimenti rischiano di essere considerate inammissibili in sede di giudizio.

Come privacy del dipendete e interesse dell’azienda possono essere conciliati?

Uno dei principali dilemmi che un datore di lavoro si trova ad affrontare quando decide di avvalersi di un investigatore privato riguarda la conciliazione tra la necessità di tutelare gli interessi dell’azienda e il rispetto della privacy dei dipendenti. In Italia, la normativa sulla privacy è particolarmente stringente e il datore di lavoro deve agire con la massima cautela per non incorrere in violazioni che potrebbero avere conseguenze legali. Pertanto è sempre sconsigliabile sia il fai da te, sia rivolgersi a soggetti sprovvisti di licenza.

L’investigatore privato deve essere legalmente autorizzato mediante licenza rilasciata dalla prefettura competente e sa operare entro i confini della legge, utilizzando tecniche di raccolta delle prove che rispettino la riservatezza del lavoratore. Ad esempio, le indagini non possono coinvolgere la vita privata del dipendente al di fuori del contesto lavorativo, e non è possibile utilizzare dispositivi di sorveglianza in aree riservate, come i bagni o le aree di riposo.

Per garantire che le indagini siano condotte nel rispetto della privacy, è importante che il datore di lavoro chiarisca con l’investigatore gli obiettivi dell’indagine e le modalità con cui queste devono essere svolte, assicurandosi che ogni azione sia documentata e giustificabile.

Quali conseguenze possono esserci per il dipendente che commette furti in azienda?

Un dipendente che viene scoperto a commettere furti o altre attività illecite in azienda rischia conseguenze gravi, sia dal punto di vista lavorativo che legale. Sul piano professionale, la sanzione più comune è il licenziamento per giusta causa, che può avvenire senza preavviso e senza indennità di fine rapporto.

Questo tipo di licenziamento può inoltre compromettere gravemente la reputazione del lavoratore, rendendo difficile il reinserimento nel mercato del lavoro, ma non solo, in alcuni casi si arriva a denunciare la persona ed a volte a richiedere un cospicuo risarcimento per le condotte tenute.

Dal punto di vista legale infatti, se le prove raccolte dall’investigatore privato sono sufficienti, il dipendente può essere denunciato per furto, frode o appropriazione indebita, reati che prevedono pene detentive o sanzioni pecuniarie. In alcuni casi, l’azienda può anche decidere di intraprendere azioni civili per ottenere il risarcimento dei danni subiti.

Cosa deve tenere in considerazione un investigatore che si occupa di casi di infedeltà aziendale?

In un’epoca in cui la competitività aziendale è più che mai legata alla fiducia e all’integrità dei propri dipendenti, la figura dell’investigatore privato assume un ruolo sempre più centrale. La capacità di condurre indagini discrete, nel rispetto delle normative, e di raccogliere prove solide e inconfutabili, rende l’investigatore una risorsa di cui avvalersi per proteggere gli interessi dell’azienda senza compromettere la privacy dei dipendenti.

Affidarsi a un professionista qualificato, con una comprovata esperienza nel settore, può fare la differenza tra un’azione legale efficace e una controversia aziendale complessa e dispendiosa. In ogni caso, è fondamentale che il datore di lavoro agisca con prudenza, assicurandosi che ogni passo intrapreso sia motivato, legittimo e rispettoso delle leggi vigenti.

(Contenuto realizzato in collaborazione con Centro Servizi Investigativi)

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